Dal 1982  la Pro Loco di Capestrano organizza la "Sagra della Trota" nei giorni 11 e 12 agosto, l'edizione 2019 sarà quindi la 37a.

Protagonista assoluta è la “Trota del Tirino”, alimento principe della gastronomia locale. La storia di questa Sagra ci racconta del meraviglioso fiume Tirino e della sua gente, restituendo il fascino primordiale di una tradizione alimentare povera diventata oggi una eccellenza gastronomica "autentica".

La location è la zona attrezzata antistante il suggestivo convento di San Giovanni da Capestrano, custode discreto e rassicurante di questa felice tradizione.

 

trota


Capistran’ mè

Dedicato a Arturo e Elsa, di Ennio Martocchia

 
"Tricchete qua tricchete là, quante si bieje Capistra' ".
Risuona ancora nelle mie orecchie questo motivo canoro che mio suocero, Arturo, canticchiava anni fa.
Credo sia stato il mio primo "contatto" con questo ridente paesino della provincia de L'Aquila a me noto, sino ad allora, per essere stato il luogo di ritrovamento del famoso Guerriero la cui scultura, enigmatica per certi versi, è fieramente esposta al Museo Romano di Chieti.
Era il novembre 1980, ricordo, quando conobbi mia moglie Paola.
Da quel momento la familiarità con il paese è stata sempre più speciale e piacevole.
Arturo Di Matteo, figlio di questa terra, dimostrava, in ogni occasione, orgogliosamente il proprio attaccamento alle origini, a quei luoghi, a quelle persone e "personaggi".
Sono e saranno sempre figli del paese natio... anche coloro che son dovuti andare via oltre oceani.
Ma il richiamo è sempre forte come potevo notare in mio suocero che, abitando come me a Pescara e quindi ad appena circa 50 km di distanza, era sempre disposto a "scappare" per tornare in quella casetta, in quei verdi prati, in mezzo alle sue "piantucce"... ridiventava bambino con tutta l'innocenza e genuinità.
Tra gli eventi che richiamano in paese tante persone c'era e c'è tuttora la "Sagra della Trota" che si organizza nella metà del mese di agosto.
Lo scenario o, come si dice oggi, la location è la zona antistante la chiesa ed il convento di S. Giovanni da Capestrano, patrono dei cappellani militari.
Tutto il paese è coinvolto ed ognuno ha un compito ben preciso... chi alla cucina, chi alla cassa, chi alle bevande, chi ad apparecchiare i tavoli... autentico gioco di squadra.
Il menù principale, ovviamente, è la trota che viene proposta in varie forme: con la pasta, arrosto, ecc.
A questo si aggiungono, a degno contorno, porchetta calda, formaggi misti, prosciutto, pizze fritte, pomodori, frutta, vino, birra e le immancabili "nocelle" in vendita nelle bancarelle adiacenti.
Presente anche un complessino che allieta, con le proprie musiche, i danzanti... tanghi, mazurke, valzaritte oltre a balli di gruppo.
Ho dei flash quando, i primi anni che frequentavo Capestrano con i miei suoceri, andavo a prendere le trote direttamente al vivaio che era (oggi non c'è più) ai piedi della strada che, in salita, porta al paese appena svoltato al bivio sulla statale provinciale.
Io, come un bambinetto, mi divertivo a lanciare il mangime nelle vasche dove si trovavano le trote per vedere, poi, animarsi lo specchio d'acqua, specie in superficie....schizzi, guizzi dei pesci mentre Paola mi esortava a smetterla.....e chi si fermava più.
Arrivava il titolare, anziano e con la schiena curva da meritarsi, per tale postura, il sopranome di "Rigoletto" da parte dello zio Umberto, il quale, armato come lancillotto, brandiva il lungo guadino, come fosse una lancia, per catturare le malcapitate trote richieste per le nostre necessità culinarie.
Tornando alla sagra mi sovviene quando, un anno, sul palco si esibì un capestranese emigrato, credo, negli Stati Uniti, molto bravo a suonare la tromba; durante il ballo i compaesani, e non, si fermavano ad ammirare e ad ascoltare, più attentamente, il musicista.
L'atmosfera è molto cordiale.
A tavola si può capitare a fianco di persone non conosciute ma, nonostante ciò, ci si sorride  e magari ci si aiuta, vicendevolmente, ad allargare le lunghe tovaglie di carta gentilmente messe a disposizione dalla pro loco... un "oktoberfest" di casa nostra.
Tali momenti li ho "ritrovati", dopo tanti anni, scrutando tra i vari filmati amatoriali messi su youtube.
Addirittura, in uno di questi, sono riuscito ad intercettare, tra i danzanti, due coppie "particolari"... i miei suoceri ed i miei genitori, quest'ultimi discreti frequentatori del paese.
I balli vanno avanti fino a tardi... i bicchieri di vino o di birra si agitano nell'aria in brindisi e inviti all'allegria.
Bello lo sfondo che domina la location della sagra: la scalinata che porta alla chiesa di S. Giovanni da Capestrano e all'omonima statua, stilizzata, che si slancia verso il cielo... sacro e profano.
Ogni volta che vado alla sagra, come questo ultimo mese di agosto, il mio augurio è quello di potervi prendere parte anche all'edizione futura... ed è lo stesso augurio che faccio ai miei familiari, parenti ed amici.
 
               
Con affetto e gratitudine,
Ennio Martocchia.